La proposta di questa attività si muove dalla pratica del Play-Fight e tocca la Contact Improvisation. L’attenzione è rivolta al momento di incontro attraverso la pelle, a quello che siamo in grado di comunicare e condividere in un punto anche minimo di contatto. L’obiettivo dell’esplorazione è di arrivare a danzare in un flusso libero supportato da una profonda consapevolezza corporea; di ammorbidire il controllo del pensiero per riuscire a riconoscere, ed eventualmente modificare, quegli schemi che disturbano il flusso invece che alimentarlo, sia danzando soli che in relazione. La maggioranza degli esercizi si svolgono in coppia o in trio: il compagno ha il ruolo fondamentale di essere specchio di noi stessi e la pratica si basa sulla chiarezza, l’ascolto e l’accettazione dei feedback che riceviamo. Lo studio più fine si svolge in lentezza, dove il contatto è estremamente leggero. Alcuni esercizi si svolgono a terra, distesi o seduti, per poi arrivare sempre alla posizione eretta.
Si lavora in maniera approfondita sulla caduta, una caduta interna, di rilascio di tensioni in dialogo con la forza di gravità, ma anche una caduta vera e propria, fisica, da in piedi verso il pavimento. Ci sono momenti di dinamica dello spazio dove si esplora come condursi a vicenda attraverso inputs di vario genere. Vengono quindi inseriti gradualmente elementi di confronto per arricchire il dialogo e le modalità di interazione; alle volte si utilizzano bastoni o corde come elementi di connessione oltre a quello della pelle e del contatto fisico.
Nei momenti di improvvisazione più libera, la coppia ha la libertà di sviluppare la danza come sente, rimanendo in continua negoziazione e ascolto di sé e dell’altro. La pratica richiede profonda onestà di presenza grazie alla quale muoversi insieme diventa non solo un piacere,
ma un viaggio incredibile.
Principi di PF:
Tessere la connessione
Economia del movimento – attivazione attraverso il rilascio di tensione
Resilienza fisica e mentale – muoversi con integrità
Sensibilità del tocco
Condivisione di peso corporeo a diversi livelli di intensità
Connessione dei centri, con e senza contatto
Cadere nel punto di contatto
Trasformare la caduta in momentum
Seguire l’input – non interrompere il flusso
Mettersi in gioco nella relazione – espandere la zona di comfort
Il Play-Fight è una pratica fisica che amalgama le qualità cooperative della contact improvisation e partner-dance, con i raffinati principi di combattimento della capoeira e delle arti marziali interne. Attraverso un’esplorazione che va oltre il movimento fisico e lo studio delle forme, il Play-Fight è un vero e proprio allenamento all’osservazione e all’ascolto di sè in rapporto alle proprie esigenze espressive e al confronto costante con l’altro, una pratica che rivela i molteplici aspetti e le infinite possibilità dell’interazione umana in tutto il suo potenziale creativo. L’insegnamento principale del Play-Fight consiste nel mantenere la propria integrità fisica ed una mente calma e resiliente di fronte a momenti di potenziale rischio che sorgono spontaneamente – seppur in un contesto protetto e controllato – durante un’interazione che unisce il gioco alla lotta. Ancor prima, la comprensione e l’incorporazione dei principi della non-resistenza e della non-violenza, sono fondamentali affinchè si possa ritrovare quello stato originario dell’essere secondo cui “tutto fluisce”.
Le commissioni ci aiutano a gestire la piattaforma per garantirti la qualità del nostro servizio e offrire l’assistenza necessaria agli organizzatori ed ai partecipanti.
La proposta di questa attività si muove dalla pratica del Play-Fight e tocca la Contact Improvisation. L’attenzione è rivolta al momento di incontro attraverso la pelle, a quello che siamo in grado di comunicare e condividere in un punto anche minimo di contatto. L’obiettivo dell’esplorazione è di arrivare a danzare in un flusso libero supportato da una profonda consapevolezza corporea; di ammorbidire il controllo del pensiero per riuscire a riconoscere, ed eventualmente modificare, quegli schemi che disturbano il flusso invece che alimentarlo, sia danzando soli che in relazione. La maggioranza degli esercizi si svolgono in coppia o in trio: il compagno ha il ruolo fondamentale di essere specchio di noi stessi e la pratica si basa sulla chiarezza, l’ascolto e l’accettazione dei feedback che riceviamo. Lo studio più fine si svolge in lentezza, dove il contatto è estremamente leggero. Alcuni esercizi si svolgono a terra, distesi o seduti, per poi arrivare sempre alla posizione eretta.
Si lavora in maniera approfondita sulla caduta, una caduta interna, di rilascio di tensioni in dialogo con la forza di gravità, ma anche una caduta vera e propria, fisica, da in piedi verso il pavimento. Ci sono momenti di dinamica dello spazio dove si esplora come condursi a vicenda attraverso inputs di vario genere. Vengono quindi inseriti gradualmente elementi di confronto per arricchire il dialogo e le modalità di interazione; alle volte si utilizzano bastoni o corde come elementi di connessione oltre a quello della pelle e del contatto fisico.
Nei momenti di improvvisazione più libera, la coppia ha la libertà di sviluppare la danza come sente, rimanendo in continua negoziazione e ascolto di sé e dell’altro. La pratica richiede profonda onestà di presenza grazie alla quale muoversi insieme diventa non solo un piacere,
ma un viaggio incredibile.
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Economia del movimento – attivazione attraverso il rilascio di tensione
Resilienza fisica e mentale – muoversi con integrità
Sensibilità del tocco
Condivisione di peso corporeo a diversi livelli di intensità
Connessione dei centri, con e senza contatto
Cadere nel punto di contatto
Trasformare la caduta in momentum
Seguire l’input – non interrompere il flusso
Mettersi in gioco nella relazione – espandere la zona di comfort
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